Il progetto per la Casetta Rossa è stato sviluppato dopo esserci confrontati con la committenza, aver ascoltato le esigenze degli attuali utilizzatori e aver riflettuto sul significato storico delle Case del Popolo, su quello che oggi sono diventate e su come potrebbero essere utilizzate in futuro.
Sin dal primo sopralluogo sono emersi i problemi di diversa natura, a cui abbiamo cercato di dare soluzione mediante il progetto finale. In sintesi:
- problemi di origine normativa. Oggi infatti, benché la struttura dal punto di vista funzionale sia sicura, la normativa prevede un adeguamento strutturale per gli spazi pubblici che obbliga, in casi come questo, a riconsiderare il dimensionamento strutturale.
- problemi di origine tecnologica. A un primo esame del manufatto si riscontrano delle fessurazioni in punti precisi da risanare, mentre si suggeriscono degli accorgimenti tecnologici ormai prioritari al fine del risparmio energetico.
- necessità di adeguamento organizzativo per gestire nel migliore dei modi le attività presenti ma anche per renderle funzionali ad altre che potrebbero facilmente insediarsi al fine di sfruttare al meglio gli spazi nel tempo. Oggi infatti la struttura lamenta un sottoutilizzo che sembrerebbe possibile evitare, visto il suo inserimento in un contesto cosi vicino al centro storico (che richiede spazi ad uso privato) e grazie a un risanamento dei locali.
L’edificio risulta suddiviso in tre volumi collegati tra loro da quello che, all’esterno, viene percepito come un elemento cilindrico di snodo in corrispondenza dei primitivi accessi.
Il progetto intende sfruttare questo spazio per riordinare i percorsi d’accesso in funzione di un diverso collegamento (visivo e funzionale) tra la sala principale e l’area interna del giardino, mediata anche da un’ampia vetrata da posizionare lungo il lato lungo della sala principale. Spazi coperti e scoperti vengono in questo modo a stringere relazioni completamente nuove e integrate. Ed entrambi possono essere utilizzati per incontri, pranzi, esposizioni e ospitare un numero elevato di persone.
Per questa ragione la cucina, che rimane nell’elemento disposto verso nord-est, viene spostata in modo da assumere una posizione baricentrica rispetto ai due spazi appena citati.
Accanto alla cucina trovano spazio dei servizi, uffici utili al personale che gestisce la casetta rossa e un deposito-archivio.
Analogamente dalla parte opposta, nel corpo di fabbrica dove oggi c’è la sede del Circolo del Partito Democratico, verrà suddiviso lo spazio in luoghi più piccoli e diversi tra loro, che potrebbero essere destinati, ad esempio, ad uffici part time, a un servizio di book crossing e a un internet point ed infine ad una sala riunioni. In questo modo verranno garantiti degli spazi più intimi e dedicabili in modo alternato ad attività differenti.
All’esterno l’aspetto della casetta Rossa non dovrebbe modificarsi di molto se non per il ridimensionamento delle finestre dei prospetti che oggi hanno il davanzale ad una quota molto alta. Si era ipotizzato che tale scelta fosse dovuta alla funzione di “fortino” che l’edificio, costruito all’interno di un quartiere di chiara impronta fascista (residenze per funzionari e militanti di partito, ecc.), aveva dovuto assumere al momento dell’insediamento come sede del partito comunista italiano. L’aspetto dell’edificio non verrà snaturato con questa modifica, ma sicuramente si guadagnerà luminosità negli spazi interni.
In corrispondenza dello snodo angolare d’ingresso, potrebbe a nostro parere trovare luogo un bar rivolto sia verso l’esterno che verso l’interno mediante vetrate, svolgendo pertanto anche una funzione autonoma rispetto alle altre attività della Casetta Rossa.
Gli espedienti tecnologici sono sviluppati al fine di migliorare la struttura e l’isolamento termico e allo stesso tempo di essere integrati nella costruzione esistente. Sono proposti dei miglioramenti nei materiali per la copertura e lungo le facciate, nella prospettiva di rendere l’edificio conforme alle normative vigenti.
L’intervento dunque coinvolge, come accennato all’inizio, diversi aspetti, tutti migliorabili, e noi ci auspica che tale patrimonio ritorni ad essere pienamente fruibile da un numero crescente di cittadini anche per mantenere una importante traccia della memoria storica collettiva.